Nel 2024 l’acciaio tornerà a crescere in Europa e in Italia

Nov 3, 2023

Nonostante l’incerta congiuntura internazionale, si prevede che il Pnrr aiuterà la ripresa di domanda e produzione siderurgica nella seconda metà del 2024

Di Federico Piazza

 

Nel 2024 tornerà il segno positivo anche nei mercati europei dell’acciaio, secondo lo Short Range Outlook di ottobre 2023 di World Steel Association. La crescita su base annua prevista della domanda nei 27 paesi Ue e nel Regno Unito per il 2024 è del 5,8%. Meglio sia del totale dei paesi economicamente avanzati (+2,8%) sia dell’intero mercato mondiale (+1,9%) i cui volumi dovrebbero raggiungere gli 1,85 miliardi di tonnellate. In Italia si prevede che il consumo nazionale di acciaio nel 2024 risalirà a 24,4 milioni di tonnellate (+4,8%) rispetto ai 23,3 milioni del 2023.

Della ripresa ne è certo Roberto Re, Ceo delle società italiane Trametal e Ferriera Valsider del gruppo siderurgico Metinvest, i cui laminatoi in Veneto e Friuli servono il mercato europeo dei coils e dei laminati, principalmente in ambito navale e costruzioni di grandi infrastrutture di trasporto ed energetiche.

«Riteniamo che il consumo reale di acciaio nel 2024 aumenterà di qualche punto percentuale rispetto al 2023 in quasi tutti i settori, a parte forse l’automotive», commenta il manager italiano che dalla sede di Genova è stato per anni a capo delle operazioni di Metinvest Europe. «E un’ulteriore spinta arriverà nel secondo semestre dal Pnrr. Ci aspettiamo quindi prossimamente un aumento del prezzo di mercato di tutti i prodotti siderurgici».

Il 2023 però si chiuderà con una netta contrazione del mercato siderurgico in Europa e in Italia rispetto al 2022. Così come, del resto, sta avvenendo per i principali metalli industriali non ferrosi: alluminio, rame, nichel, piombo, zinco.

Secondo World Steel Association, infatti, quest’anno la domanda complessiva di acciaio nell’Ue e nel Regno Unito calerà ulteriormente (-5,1%) dopo la già forte riduzione (-7,8%) registrata nel 2022. In Italia il consumo nazionale segnerà ‑7,2%. La contrazione europea nel biennio 2022–2023 è la più marcata tra i mercati dei paesi economicamente avanzati, che complessivamente si ridurrà dell’1,8% nel 2023.

Il 2023 presenta comunque incertezze per l’acciaio, con la difficile situazione internazionale, il rallentamento dell’economia, dell’edilizia privata e della produzione industriale in Europa. E la Germania addirittura in recessione. Per misurare il sentiment del settore, la community business italiana Siderweb ha recentemente sottoposto un questionario a un campione di 60 aziende italiane di diversi comparti dell’acciaio. I timori maggiori riguardano possibili nuovi aumenti del costo dell’energia, perdita di competitività, rallentamento nella produzione e commercializzazione, costo del denaro. Quest’ultimo in particolare potrebbe avere un forte impatto: il 52% delle imprese ha infatti dichiarato che nel 2024 rinvierà o ridurrà alcuni investimenti previsti. Per gli analisti di settore, poi, i Pnrr sortiranno effetti positivi sulla filiera dell’acciaio solo a partire da metà anno.

Va comunque detto che il settore siderurgico, pur con tutte le difficoltà dei rincari di materie prime, energie e costi della logistica sofferti negli ultimi anni, arriva da un ottimo 2022. Lo conferma l’analisi Bilanci d’Acciaio 2023 di Siderweb nei diversi comparti della filiera italiana (produttori, centri servizio, commercio rottame e ferroleghe, distributori e trader, prima trasformazione). Dallo studio emerge che molte imprese hanno avuto proprio nel 2022 i risultati migliori degli ultimi anni come redditività, con Ebitda cresciuti anche fino al 10% del fatturato.

Una testimonianza positiva in tal senso arriva dal comparto dei forgiatori. CMF Matter of Forging, azienda friulana specializzata nelle lavorazioni a progetto di componenti speciali per i settori navale, energetico e petrolchimico, nel 2022 su un fatturato di 53 milioni di euro ha realizzato un’Ebitda di 8 milioni e un utile di quasi 4 milioni di euro. «E quest’anno andrà anche meglio, faremo il record dei record», commenta soddisfatto il presidente Aldo Casari.

«Certo, noi siamo realtà piccole rispetto al mondo delle acciaierie. Facciamo 20mila tonnellate l’anno di produzione. Il nostro punto di forza è fare lavorazioni speciali su progetto, anche per lotti di poche decine di pezzi. Abbiamo un portafoglio ordini di 21 milioni di euro con clienti in Italia e in diversi paesi europei e non avvertiamo particolari rallentamenti del mercato. Con l’automotive lavoriamo poco. Puntiamo invece molto sulle infrastrutture energetiche green, in cui ci aspettiamo ulteriore crescita della domanda con gli investimenti previsti per la transizione. Ma anche sull’oil&gas e sul navale, dove il nostro fiore all’occhiello è la collaborazione con Luna Rossa Prada Pirelli Team di cui siamo fornitore ufficiale».

Il mercato mondiale dei prodotti forgiati nel 2022 ha sfiorato i 96 miliardi di dollari, secondo dati di Maximize Market Research, e si prevede che per il 2029 arriverà a 147 miliardi di dollari con un tasso composto di crescita annuale del 6,3%. Cina e il resto dell’Asia fanno il 70% della produzione mondiale, l’Unione europea circa l’8%.

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