Somec con Blue Steel scrive una nuova fase per l’industria delle facciate continue

Jul 31, 2021

Intervista a Mario Bertoli, protagonista nel business delle applicazioni dell’alluminio nelle costruzioni

Di Federico Piazza

 

L’operazione Somec-Blue Steel nel settore curtain wall ha suscitato parecchio interesse nel mondo dell’alluminio. La storia mondiale della facciata continua è nata nel trevigiano negli anni 80 in funzione del grande sviluppo immobiliare che in molte città del mondo si è basato su una formulazione completamente nuova degli edifici per uffici.

Il distretto della finestra di Treviso, che aveva un percorso già legato all’utilizzo di alluminio e vetri particolari, è stato la culla della rivoluzione della facciata con Permasteelisa e altre aziende nate nell’area che si sono affermate sui mercati internazionali.

L’attenzione per il settore la testimonia Mario Bertoli, tra i principali protagonisti nel business delle applicazioni del metallo leggero nell’industria e nelle costruzioni. Bertoli è prima un ingegnere con formazione internazionale in Canada, poi promotore a tutto campo della nuova stagione dell’estrusione.
Bertoli è stato per vari mandati presidente dell’associazione confindustriale Assomet, e vanta una carriera decennale ai vertici di Metra, gruppo bresciano tra i leader internazionali dell’alluminio estruso.

Un fornitore strategico nel settore dei sistemi ingegnerizzati di facciate e serramenti di Permasteelisa e di altre realtà come appunto Somec e Blue Steel, Focchi e Tosoni. Con l’ ”alluminio intelligente” di Mario Bertoli, sono stati completati centinaia di edifici prestigiosi, tra cui le sedi del Parlamento Europeo a Bruxelles e Strasburgo, La Piramide del Louvre a Parigi, Bosco Verticale e Palazzo della Regione Lombardia a Milano. Inoltre, il grattacielo Goldman Sachs, lo Hearst Building, il 7 World Trade Center e Vessel 35 Hudson Yards a New York.

In occasione dell’acquisizione di Blue Steel, il presidente Oscar Marchetto ha dichiarato che il suo obiettivo è che Somec diventi la nuova Permasteelisa. Cosa ne pensa Mario Bertoli?

“Ci sono tutte le condizioni perché questo possa avvenire. Blue Steel è un’ottima azienda che conosco bene. L’acquisizione da parte di Somec, gruppo con rilevanti capacità organizzative e manageriali, è un bell’auspicio perché la storia si ripeta. Dà continuità alla gemmazione imprenditoriale tipica del nostro Paese, molto evidente per il settore dei serramenti e delle facciate continue nella zona di Treviso”.

Il caso Permasteelisa ha fatto scuola.

Permasteelisa è cresciuta rapidamente grazie alla grande visione del suo fondatore Massimo Colomban, abbinata a fornitori strategici con un comune sentire. Alcuni dei punti di forza di Permasteelisa sono oggi diventati punti di forza del territorio. Fondamentale la capacità di ascolto del committente, l’impegno a soddisfare i migliori studi di progettazione del mondo seguendoli anche su soluzioni che in tanti casi sono state veramente delle sfide difficili, abbinando questa attitudine a una visione di industrializzazione e managerialità che normalmente le imprese molto flessibili non hanno per dimensione e per mancanza di attenzione all’organizzazione dei processi”.

Nel territorio ci sono però preoccupazioni che i processi di internazionalizzazione possano portare a una dispersione delle competenze nel settore.

“Umanamente siamo conservatori e quindi la prima reazione di fronte al cambiamento è la paura. Ma per la mia esperienza diretta di 45 anni nel settore dell’alluminio, non posso che confermare che le opportunità e i benefici dei cambiamenti in atto sono sicuramente più importanti dei rischi”.

Cosa contraddistinguerà l’alluminio sul mercato nei prossimi anni?

“In tema di tendenze di mercato dobbiamo fare riferimento a una sorta di etica dell’alluminio: la cultura della sostenibilità economica sociale ed ambientale indispensabile per il nostro futuro. Fondamentale è la questione del riciclo, perché per riciclare l’alluminio serve solo il 5% dell’energia originale, valore più basso di qualsiasi altro metallo. È vero che l’alluminio è energivoro nel suo processo di base di separazione dall’ossigeno che avviene nelle celle elettrolitiche alimentate da allumina. Ma fortunatamente questa energia non si spreca, perché rimane confinata in una sorta di banca energetica che poi viene restituita in tutti i processi successivi. In effetti l’alluminio è riciclabile all’infinito”.

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E l’impatto sulla filiera di lavorazione downstream?

“Tutti i macchinari per le lavorazioni usano potenze nettamente più basse. E la grande plasticità di questo metallo, che può assumere le forme più esasperate, lo rende ideale per i designer. La qualità delle finiture superficiale è praticamente senza limiti. Ma la caratteristica essenziale rispetto ad altri materiali è la leggerezza. Questo è un valore vincente trasversale a tutti i settori oggi, perché la riduzione del peso dei prodotti è tra i driver essenziali per l’innovazione”.

Quindi non solo nelle costruzioni?

La leggerezza in edilizia è importante nelle strutture architettoniche, in particolar modo le torri, che si sviluppano in altezza. Ma è anche un grande punto di forza nella mobilità: automotive, ferroviario, etc.”.

Oltre a quelli di Treviso, quali altri rilevanti operatori del Nordest conosce nel settore delle opere architettoniche complesse?

“Cito volentieri due realtà friulane. Simeon, azienda con cui Metra collabora da parecchi anni su tanti progetti, è tra quelle che si distinguono oggi nell’ambito delle facciate continue. E Cimolai, un gruppo mondiale che sta lavorando in modo eccellente”.

 

Interview originally published in Italian on Nord Est Economia, in collaboration with Art Valley 

 

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